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Condividiamo su questa pagina le belle parole di uno studente che ci ha scritto dopo aver visto il film al Cinema Anteo di Milano
"Ne Les Quatre Cents Coups, la carrellata sul mare della sequenza finale cade come un macigno sullo spettatore e lo sguardo sgomento, pallido di Antoine impedisce di aprire bocca per ore dopo la visione del film.
É una chiusura senza via d'uscita, é statico, totalizzante. La via é questa e giunti qui, non c'é nient'altro. Mentre Kiko quando raggiunge il fiume ha tutt'altri occhi. Il suo sasso, qui ancora pietra, é il primo mattone del suo esistere.
Si nota in tutta la sua potenza il suo gesto. Io esisto. Punto.
É il presente portato a compimento. Prima la sua vita era passato doloroso e futuro utopico, era sospensione in un fluido stellare, era la speranza che in qualche galassia, in qualche lontano pianeta esista ancora la possibilità di tornare indietro. Ma Kiko non si volta più indietro, pone la sua pietra, decidendo di mettersi in gioco, di gettarsi nel fiume della vita.
Questo é sembrato per me uno splendido augurio. Paterno, con toni molto più forti, più umani di un qualsiasi Ennio che regala un Iphone, cercando di comprare un sorriso.
Ennio rappresenta l'Italia che ci obbliga a comprare, a consumare, a trasformarci in logori trangugiatori di hamburger mentre condividiamo un selfie sui social, quell'Italia che ci dà in pasto ai coccodrilli, che ha reso i sogni un jukebox, dove inserire monete per avere pochi minuti di sollievo.
"Se chiudo gli occhi non sono più qui" paradossalmente rasenta il sovversivo portando un sasso e una frase di Platone al centro della nostra attenzione.
Ma, ancora più paradossalmente, questo é davvero ciò che si fa, quando si smette di sognare e si inizia a credere nei propri sogni.
Un sincero grazie,
Red Wolf"